La Spedizione Norge

Dalle grandi esplorazioni geografiche dei secoli passati alle nuove prospettive di scoperta nello spazio al di fuori della Terra, il genere umano ha seguito un percorso sostanzialmente continuo. Ogni esplorazione ha il suo compimento quanto si muove verso spazi e luoghi che aprono nuove prospettive, ma solo se riesce in qualche misura a “riportare indietro”, ai luoghi e alle società di partenza, nuove consapevolezze e nuove realtà scoperte. Al di là di questi tratti comuni, le esplorazioni di nuovi spazi e contesti che hanno accompagnato l’umanità nei millenni della sua storia hanno spesso visto diverse declinazioni dei rapporti fra autori del viaggio e presupposti tecnologici, economici, politici e sociali dello stesso. Il secolo XX, con il forte sviluppo della tecnologia come strumento di conoscenza ed azione ha segnato due tappe fondamentali nella stessa dinamica storica dell’esplorazione: da una parte il compiersi (almeno nel senso dell’area) delle scoperte geografiche sul pianeta Terra e l’apertura di nuovi orizzonti verso il cosmo; dall’altra un parziale passaggio di senso nella figura dell’esploratore dal ruolo di agente di una propria volontà individuale, accompagnata da quella di una collettività di cui intercetta le aspirazioni, a quello di agente di una volontà collettiva di cui è scelto come strumento. Su questo passaggio fondamentale si trovano alcuni momenti significativi nella storia delle esplorazioni e degli esploratori del Novecento; fra questi, certamente, le storie di coloro che si confrontarono nell’impresa di giungere per primi al Polo Sud e al Polo Nord. È un racconto che si aprì con le volontà di uomini fuori del comune che si fecero trascinatori – e in alcuni casi rimasero travolti dal loro stesso impeto – e che si chiuse con l’avvento di sistemi tecnici organizzati che resero possibile raggiungere lo scopo, con l’apporto complementare di abili artefici guidati dalla volontà degli esploratori. In questa teoria di storie ed episodi, però, invariati rimasero i rapporti fra volontà, ambizione, coraggio, forza d’animo e hybris. È questa serie di “invarianti di fondo” che rende tali vicende, dopo quasi un secolo, saldamente emblematiche e al di fuori del tempo nel valore di esempi – e moniti – per la futura storia dell’umanità.